La bionda sembra uscita da una canzone di Concato.
Mentre osserva la scritta “teatro dei pupi”, mi chiedo se le freghi qualcosa del Manierismo e delle geometrie arabe, degli stucchi del Serpotta e dei Cristi frammentati in tessere dorate di mosaici imprescindibili.
Immagino i suoi pensieri farciti di cliché, fatti di improponibili Rosy Abate e di vecchietti, che intercalano con “cabbasisi”.
“Nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino”.
Ma Palermo non è Bologna.
Potrei sparire in uno dei vicoli di Ballaró in un attimo, con la velocità di chi ha appena rubato un’autoradio.
Lasciare la sua perfezione settentrionale smarrita in mezzo al tutto.
Ai parrucchieri senegalesi.
Ai santi che spiano dall’edicole votive.
Alle urla cattive di bambini cattivi.
A colori che non esistono.
La bacio.
da briciole
colonna sonora: Sai che bevo, sai che fumo (Nicola Di bari)