Il buon profumo delle persone speciali.
Intervista a Emanuela Pirrè
A glittering Woman
Quando incontri persone speciali le riconosci subito. Basta usare il naso e il cuore. Della serie le mie interviste a spasso, vi presento Emanuela Pirrè, founder and Editor del blog A Glittering Woman. E venuta a trovarmi al mio evento di Monza, il 19/3/2016, nella bellissima boutique di Ofelia dove abbiamo colto l’occasione per divertirci insieme per le strade della città. Ecco le mie domande che cominciano per A e le sue risposte che cominciano per E.
Buona Lettura.
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A. Ne vale la pena. Passiamo troppo tempo a spremere i nostri cervelli. Trascorriamo troppo tempo nell’analizzare in maniera eccessiva tutto ciò che ci capita nella nostra quotidianità. Diventiamo col tempo troppo cerebrali mettendo da parte il cuore. Forse perché ci sembra troppo emotivo, troppo carico di passione e troppo pieno di quei sentimenti che al giorno d’oggi non servono più. Tu mi sembri una di quelle persone che invece guarda ancora le nuvole, il cielo e il sole ed è il tuo sorriso che me lo dice. Credo valga la pena fare spazio al cuore cosa pensi?
E. Certo che ne vale la pena! Cuore e passione per me vengono prima di tutto, sempre, in ogni cosa: non sono capace di fare diversamente. Ho provato tante volte a trattenermi, a risparmiarmi, ma non riesco: appena mi distraggo un attimo, la vera Emanuela – quella istintiva e perfino un po’ impulsiva – riemerge. Quando ero molto giovane, credevo – o temevo – che col tempo sarei cambiata: posso dirti che, a oggi, non è successo. Questo, inevitabilmente, mi porta a vivere tutte le cose di pancia, come si suol dire: mi tuffo a capofitto, nelle relazioni personali e nelle faccende di lavoro. A volte prendo certe batoste e mi chiedo da sola se imparerò mai, ma credo di essere giunta alla risposta: preferisco non imparare quella che secondo molti è una lezione. Preferisco continuare a vivere mettendo davanti il cuore, preferisco sentire tutto con intensità, dolori e gioie: mi sento viva. E preferisco perdermi a testa in su a guardare le nuvole.
A Lo stile. Il tuo è uno stile ricercato, elegante e raffinato. Cos’è per te lo stile?
E. Lo stile è un’alchimia sottile che deve flirtare con la nostra personalità e deve essere invece quanto più lontano possibile dall’omologazione. L’omologazione mi annoia, molto: a una perfezione fredda e impersonale preferisco di gran lunga un’imperfetta ma ben distinguibile personalità. Lo stile è prima di tutto un dialogo con noi stessi e poi con gli altri, perché il modo in cui ci presentiamo al mondo è una forma di comunicazione, è un linguaggio potente e immediato che dice molto di noi. A mio avviso, questo linguaggio – lo stile e soprattutto lo stile personale – si costruisce se siamo capaci di individuare elementi che esprimano davvero chi siamo: l’ulteriore abilità è riuscire a mescolare tutti questi elementi tra loro trovando un’armonia. E con armonia non intendo perfezione, torno a ripeterlo.
In definitiva, secondo me lo stile è l’arte di ascoltare noi stessi e la capacità di trasformare tutto ciò nei capi e negli accessori che scegliamo: tanto più sincera e vera sarà questa operazione di ascolto, tanto più riconoscibile, armonioso, autentico e anche originale sarà il risultato – il nostro stile – e dunque il linguaggio attraverso il quale ci raccontiamo agli altri.
Per questo motivo sono piuttosto contraria ai trend: vorrei che non si adottasse pedissequamente tutto ciò che ci viene proposto e mi piacerebbe, invece, che scegliessimo ciò che davvero è giusto per noi. Pretendo che un capo mi rappresenti e credo che questa pretesa dovrebbe appartenere a tutti.
A. Seguire le istruzioni. “Ognuno deve trovare da sé il modo particolare in cui essere felice.” Lo diceva Sigmund Freud. Forse è questo il segreto e il mistero della felicità. Non esiste per nessuno finché ognuno di noi non la trova. E tu sei felice? Come l’hai trovata la tua felicità?
E. Mi piace ciò che hai affermato: la felicità non esiste finché ognuno di noi non la trova. Credo che sia una grande verità e credo che non esistano ricette né istruzioni per la felicità: la felicità è una delle poche cose che non possono essere insegnate. Io sono un cuor contento, un’eterna ottimista, un’eterna positiva: vedo e vedrò per sempre il bicchiere mezzo pieno. Eppure, stranamente, sono anche realista e non sono una sciocca: so che la felicità è una conquista e so che non si può essere felici ogni giorno. Godo di un altro vantaggio: ho sempre saputo gioire delle piccole cose, anche quando ho periodi difficili. E, come ti dicevo in principio, vivendo tutto col cuore, una piccola gioia per me diventa grande e ne genera altre. Sì, nel complesso credo proprio di poter affermare di essere una persona felice e ti rivelerò una cosa che penso: non si tratta di una ricetta, ovviamente, è solo una lezione che ho compreso col tempo e che con me ha funzionato. Sono felice perché ho imparato a voler bene a me stessa e a stare bene con me stessa: nonostante la mia vita sia piena di persone meravigliose cominciando da mio marito e dalla mia famiglia, so stare anche da sola e ci sto bene. Nel momento in cui impariamo a stare bene con noi stessi troviamo la strada per stare bene anche con gli altri. Un’altra cosa importante, secondo me, è non provare invidia: se vediamo qualcosa che ci piace cerchiamo di sentirne la gioia e non di invidiarla. Perché la felicità non si insegna, è vero, però spesso è contagiosa, provare per credere.
A. Guardaroba. Ed ora una domanda light. Quali sono i capi a cui non si può rinunciare? Elencamene almeno cinque.
E. Qui, purtroppo, devo cadere in una risposta che può apparire scontata o banale, ma desidero spiegarti perché. Sono sempre stata una persona dai gusti un po’ stravaganti, ma col tempo sono cambiata: è una cosa normale, così come cresciamo anche il nostro stile dovrebbe evolversi proprio perché è un linguaggio. Se cambiamo e cresciamo noi, dovrebbe cambiare anche il modo in cui comunichiamo con gli altri. Oggi, quindi, tendo a “pulire” il mio guardaroba scegliendo capi più basici o neutri, perché mi piace che siano gli accessori a parlare di me, visto che amo molto i bijoux, per esempio, e i cappelli. Poi, a giorni alterni, salta fuori la stravagante che è in me e scelgo capi bizzarri o molto caratterizzanti.
Se dovessi scegliere una serie di capi irrinunciabili, direi di mettere nell’armadio pezzi che possano essere interpretati a seconda dell’occasione, capi che possano durare nel tempo e che possano essere cambiati grazie agli accessori.
Citerei pertanto il classico abitino nero, little black dress o petite robe noire, ben tagliato; una bella camicia possibilmente bianca; una giacca meglio se blu o nera; un paio di jeans; un capospalla di ottima fattura, anzi, precisamente uno per l’inverno e uno per la bella stagione. Volendo ampliare, aggiungerei una giacca di pelle e una di jeans, una pencil skirt, un paio di pantaloni a sigaretta, qualche t-shirt, qualche pullover tra cui un cardigan e infine un trench. Sono ben più di cinque capi ma non ho il dono della sintesi (l’avrai già capito!) e in questo modo abbiamo messo insieme un intero guardaroba ben assortito e completo.
Sono tutti pezzi molto versatili e capaci di avere mille anime: come appariranno e la connotazione che prenderanno dipenderà da come li abbiniamo e da come li accessoriamo. Io ho imparato ad apprezzare questi capi nel tempo: più passano gli anni più comprendo il loro valore.
Se prendi questi pochi elementi e li combini, ottieni innumerevoli combinazioni; se poi aggiungi gli accessori, le possibilità si moltiplicano quasi all’infinito. E, volendo, si possono fare dei mix piuttosto creativi. Per esempio, no a gonna e camicia, sì a gonna e t-shirt. Sopra? Non la giacca ma il chiodo in pelle.
A. Impiegare il tempo in ciò che è veramente importante. Siamo sempre troppo impegnati e quando ci chiedono di fare qualcosa in più la risposta è sempre la stessa: Non ho tempo, ho già tremila cose da fare. Ma sarà vero? Se solo riuscissimo ad impiegare il nostro tempo in maniera differente cercando di studiare un metodo per sfruttarlo al meglio con una trasformazione di stile, una sorta di tempo flessibile. Tu come impieghi il tuo tempo sei soddisfatta di come lo vivi?
A volte sono soddisfatta, altre volte no. Mi piace ciò che faccio e, come ti dicevo, metto sempre tanta passione in ogni cosa, dunque per me il tempo vola ed è sempre troppo poco: è quando ho questa sensazione che mi chiedo se sfrutto davvero bene le mie giornate. Ecco, qui mi ricollego al discorso sulla felicità: un’altra cosa importante per essere felici è mettersi sempre in discussione perché è il presupposto per evolversi. Non è detto che ciò che mi rende felice oggi lo faccia anche tra cinque anni, non escludo i cambiamenti: ne ho già fatti parecchi nella mia vita e credo che continuerò a farne ogni volta in cui avrò la sensazione di sprecare il mio tempo. Per esempio, ultimamente sento di dedicarne davvero troppo alla professione e sto cercando di capire come cambiare questa cosa: amo il mio lavoro, eppure non trovo giusto che occupi la maggior parte delle mie giornate. Sono alla ricerca di un nuovo equilibrio perché sono d’accordo con te, bisogna trovare soluzioni diverse, alternative.
A. Profumo. Hai il buon profumo delle persone speciali. Qual è Il tuo profumo preferito?
E. Che bella questa cosa che hai detto, grazie! Sono molto legata agli odori e ai profumi, l’olfatto è uno dei sensi ai quali mi affido maggiormente: ho odori che mi danno precise sensazioni e impressioni, altri che sono ricordi. Adoro il profumo del pane perché da piccola, d’estate, mia mamma mi mandava a comprarlo appena sfornato; adoro l’odore della salsedine perché il mare mi fa stare bene, sempre e comunque; adoro il profumo della carta stampata e quando compro un libro per prima cosa lo annuso infilandoci letteralmente il naso. Amo il profumo di alcune persone, mio marito, mia mamma, mio papà, mia sorella, mia nipote, i legami più forti della mia vita. E poi amo Chanel N° 5 perché è stato il mio primo profumo, il dono di una persona alla quale ho voluto un bene immenso. Ho cambiato molte essenze nella mia vita, non sono una persona fedele a un profumo, ma poi torno sempre a lui. Sono una studiosa della vita di Coco Chanel e qualche anno fa, a Parigi, ho visitato una mostra dedicata a lei a Chanel N° 5 avendo l’opportunità di partecipare anche a un particolarissimo laboratorio olfattivo coi maestri profumieri della maison: in quella occasione e grazie ai miei studi, ho scoperto moltissime cose che mi hanno legata ancor di più a quel profumo. A riprova che ciò che si sceglie istintivamente e col cuore rivela poi spesso anche ragioni profonde.
A. Non arrendersi. E’ una forza interiore che ci incoraggia ad andare avanti, a credere in noi stessi, ci sentiamo liberi, di amare, di fare, di dire. L’importante è esserne consapevoli. Spesso però viviamo delle situazioni emotive stressanti che mettono a dura prova questa nostra forza interiore. Io trovo rifugio nella mia famiglia, un luogo sicuro di persone dove trovo protezione e ritrovo quella forza che mi permette di tornare fuori nella vita quotidiana. Quali sono i tuoi punti di debolezza e come riesci a contrastarli?
E. Ho spesso sostenuto di essere il peggior giudice di me stessa: tanto sono comprensiva con gli altri, tanto sono inflessibile nei miei confronti. Mi voglio bene eppure non sono indulgente, non mi perdono nulla, pretendo moltissimo. Archivio velocemente i successi senza trastullarmici e non mi concedo tregua per piangere sulle sconfitte. Da una parte, tutto ciò è un bene perché mi porta a non fermarmi mai né a considerarmi mai arrivata; dall’altra, è stancante, lo ammetto. Non mi do pace e questo a volte è logorante ed è il mio punto debole. Sono così da sempre e da sempre sono protesa in avanti. Come te, mi sono sempre salvata grazie alla mia famiglia: è l’unico punto fermo della mia vita. Mio marito è la mia roccia, il mio porto sicuro.
A. Le tue collezioni. So che ami i bijoux ma dimmi quanti ne hai li hai mai contati cosa sono per te gli accessori?
E. Amo i bijoux alla follia e li considero la mia cifra distintiva: non esco mai senza indossarli. Perché li reputo così importanti? Perché sono elementi capaci di raccontare molto di noi e dunque di determinare un nostro stile personale. Ho iniziato a collezionare bijoux quando ero ragazzina e ora è impossibile quantificare lo spropositato assortimento che ho messo insieme nel tempo: meglio non contarli, potrei spaventarmi! Scherzando, dico che mio marito è coraggioso perché sopporta me e la mia ingombrante collezione di bijoux. I miei pezzi sono talvolta ricordi di viaggio: negli anni, mi sono anche appassionata al vintage e oggi seguo con entusiasmo il settore del gioiello contemporaneo, ovvero tutti quei pezzi creati da autentici artisti in materiali spesso alternativi rispetto alla gioielleria classica. Il valore del monile, infatti, dal mio punto di vista, non risiede nel valore economico, ma nel carico di emozioni e sensazioni che sa veicolare: sia il vintage sia il gioiello contemporaneo corrispondono a questo mio sentire. Per dirti quanto sono patita di bijoux, ti confesso che a volte parto da una collana o da un altro monile per costruire l’outfit del giorno. Altri accessori che amo alla follia sono i cappelli in generale e i turbanti in particolare
A. Il blog. Il tuo blog, intelligente e brioso, è un viaggio nella fabbrica dell’armonia. Mi racconti quanto è importante oggi riuscire a comunicare in maniera efficace per creare relazioni sane?
E. Quante belle definizioni, grazie! Sono felice che il blog venga percepito così perché è esattamente ciò che vorrei comunicasse. Comunicare in maniera efficace – e aggiungerei chiara, diretta, univoca, senza equivoci – è per me non solo importante ma addirittura fondamentale; affiancherei, inoltre, a “comunicazione” un’altra parola magica, ovvero “condivisione”. Occorre comunicare con il preciso intento di donare veramente qualcosa e dunque di condividere. Per il blog, ho fatto una scelta molto drastica: parlo solo di quello che sposo in prima persona. Forse non è una scelta furba da punto di vista del marketing, ma non mi interessa, anche questa è una scelta di cuore e di pancia. Ho scelto il mio linguaggio, il mio codice. Per spiegare meglio il mio pensiero, cito due esempi pratici.
Giorni fa, ho letto l’articolo di un giornalista: parlava di una notissima blogger e concludeva dicendo che quella della ragazza era “una bellezza costruita non per suscitare amore bensì invidia”. Purtroppo, devo ammettere che sono d’accordo con il giornalista, questo è ciò che comunica quella blogger, è ciò che di lei arriva: aggiungo che è esattamente il modo in cui io non voglio comunicare, ovvero non voglio che la bellezza che presento (quella dei brand e dei creativi dei quali parlo) susciti invidia, bensì vorrei che susciti il desiderio di esserne partecipi. Perché, come ho detto, l’invidia è sterile, è inutile e non dà frutti, mentre la condivisione moltiplica bellezza e passione.
Il secondo esempio pratico è un fatto che è capitato a me: una persona mi ha ringraziata dicendomi che, attraverso i miei articoli, ha capito che la moda non è solo un mondo superficiale, ma che ci sono professionisti che col loro lavoro contribuiscono allo sviluppo, al supporto e alla conservazione di culture nonché attività artigianali. Giuro, non sto inventando, ha detto proprio così. Ecco, questo è ciò che mi pongo come obiettivo e se posso fare cambiare idea anche solo a una persona, se posso abbattere anche solo un pregiudizio attorno alla moda, ho raggiunto il mio scopo. E sono felice.
Questo per me è il nucleo della comunicazione e di una comunicazione efficace e utile; questo è il codice che ho scelto e sono convinta che solo così si possano creare relazioni sane e chiare.
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Quel giornalista la sapeva lunga. Anche a me ha colpito la sua riflessione. Le blogger devono costruire per comunicare e condividere un messaggio in grado di creare relazioni sane e pulite. Credo che col tempo ci sarà una piccola selezione naturale. Ma questa è un’altra storia. Ti abbraccio e ringrazio te il tuo blog e le tue splendide parole. Grazie Manu!
Che bella intervista, complimenti! Kiss
Oggi sul mio blog http://www.littlefairyfashion.com “Abito in denim con spalla scoperta”
Una bellissima intervista e queste foto sono strepitose… sembrate in una scena di Sex & the city!!
Un bacione! F.
La Civetta Stilosa
Bella intervista e sono anche io dell’idea che lo stile è saper ascoltare noi stesse e scegliere quella che piace a noi e non agli altri. Difficilmente potremmo essere donne di stile abbigliate con abiti che non ci rappresentano! baci Elisabetta
Molto interessante questa intervista, ottima da prendere spunti.
Bellissima intervista e queste foto…pazzesche!
Un abbraccio.
Lidia
http://www.lidiasbag.com
Questa intervista l’ho letta con particolare attenzione, soprattutto il punto dove si parla di felicità, dove mi trovo pienamente d’accordo.
Wow che belle che siete in queste foto!!!!
http://www.glitterchampagne.com
Avevo letto tempo fa sul blog di Emanuela il racconto di quella super giornata!
Bellissima intervista! Io credo che abbiate entrambe il buon profumo delle persone speciali…si percepisce la passione che mettete in ogni cosa… tu sei un vulcano di idee e Manu mi fa conoscere e scoprire sempre cose nuove!:-)
Un bacio
Paola ♡
PollywoodbyPaolaFratus
Che bel post! Le foto sono troppo carine!!
Un bacione,
Mary
Fashion secrets of a pretty girl
FACEBOOK – INSTAGRAM – TWITTER – LOOKBOOK
Vedi, Angela, io alterno giorni in cui credo che la selezione ci sarà e giorni in cui temo che no, non cambierà mai nulla e vinceranno sempre certe persone.
Poi, mi capita di conoscere persone come te.
Capita che nasca un feeling straordinario.
Capita che ci sia uno scambio autentico e genuino di stima e simpatia.
E allora penso che sì, dai, le cose potranno cambiare.
Non ho parole per dirti GRAZIE per questo articolo meraviglioso e per questa intervista: credimi, non potevo ricevere regalo più bello 🙂
Un immenso abbraccio,
Manu
P.S.: Grazie anche a tutte le gentili fanciulle che hanno lasciato parole gentili 🙂
Estoy enamorada de tus entradas en el blog y de las prendas tan originales que sacas!!!!
Un beso guapa y feliz dia!!!!
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NOE CARO